Tatuaggi giapponesi

L’arte del tatuaggi giapponesi tradizionali, detta anche irezumi (da ireru, inserire, e sumi, inchiostro), ha conosciuto la sua prima grande diffusione nel periodo Edo, che va dal 1603 al 1686, pur potendo vantare origini ben più antiche. Dalla sua nascita ad oggi, il tatuaggio, in Giappone ha conosciuto fortune alterne, passando dal suo utilizzo originario di marchio indelebile per i criminali ad un uso più squisitamente decorativo, ed è stato in tempi diversi accettato o addirittura bandito dalla legge.

Tradizionalmente associato all’appartenenza alla Yakuza, la cosiddetta mafia giapponese, i cui membri appunto usano ricoprirsi il corpo di tatuaggi per evidenziare la loro affiliazione, in patria il tatuaggio non gode di fama eccellente, ed è ancora oggi vietato l’ingresso a molte strutture pubbliche come bagni o terme a chi presenta sul proprio corpo un tatuaggio anche di piccole dimensioni.

In occidente, invece, i tatuaggi giapponesi hanno una enorme popolarità, e sono riconosciuti dagli estimatori come vere e proprie opere d’arte. Il loro fascino risiede anche nella loro capacità di evolversi, da piccoli tatuaggi singoli e separati, a grandi composizioni che possono, anzi per tradizione dovrebbero, coprire tutta la schiena ed i glutei, comprese le braccia e metà delle gambe.

La Geisha è uno dei simboli più importanti della tradizione nipponica, che rimanda alla storia più antica del Giappone ed è un classico della sua iconografia. Contrariamente a quello che qualcuno potrebbe pensare, le geishe non erano prostitute, bensì delle vere e proprie artiste, addestrate duramente sin dalla tenera età in apposite scuole dette okiya. Le giovani apprendiste imparavano l’arte della danza, del canto, della musica, della conversazione, della preparazione del thé e di tutto quanto in generale potesse occorrere per intrattenere i clienti.

La geisha rappresenta quindi arte e mistero, bellezza ed incanto, e tatuarsela significa fare riferimento alla sua bellezza castigata e al servizio degli altri, forgiata dalla disciplina e generosa verso il prossimo. In genere le geishe vengono rappresentate secondo i canoni dei tatuaggi giapponesi tradizionali, ma non mancano versioni più moderne altrettanto affascinanti.

A differenza di quanto suggerito dall’immaginario occidentale, per il quale i draghi rappresentano delle creature malvagie, feroci e solitamente al servizio di forze oscure, nella tradizione nipponica questi animali assumono un significato completamente diverso. Essi richiamano infatti i concetti di forza, longevità e saggezza, sono creature millenarie che hanno acquisito una immensa sapienza osservando le sorti degli uomini e degli imperi che si succedevano nel mondo. Ne esistono di due tipi: i draghi del cielo e quelli del mare, e per questo sono anche simbolo dell’acqua e hanno la capacità di realizzare i desideri.

L’iconografia dei draghi è vastissima, ed ogni singolo dragone ha una sua storia ed un suo significato specifico, oltre ad un modo peculiare di essere rappresentato nei tatuaggi giapponesi; ciò che li accomuna è in genere la mancanza delle ali (ma hanno la capacità di volare magicamente) e il numero di artigli, in genere tre, che li differenzia dai draghi cinesi. Scegliendo di tatuarsi un drago, si può far correre la fantasia: non occorre che il disegno sia realistico, e qualunque parte del corpo si presta alla realizzazione delle sue forme sinuose e avvolgenti.

La carpa koi è uno dei simboli più tradizionali e diffusi dell’iconografia dei tatuaggi giapponesi. E’ un soggetto dai molti significati e associato a qualità principalmente positive. Una leggenda narra che una carpa riuscì a risalire le cascate del Fiume Giallo fino alle porte del cielo, e come ricompensa fu trasformata in drago. Per questo, oltre ad essere usata come abbellimento estetico nei famosi giardini giapponesi, è diventata il simbolo della perseveranza e della resistenza, della capacità di superare ostacoli apparentemente insormontabili. E’ anche simbolo di buon auspicio, in particolare per le nascite, e porta fortuna per le sorti del bambino stesso. Anche i colori con cui viene raffigurata hanno enorme importanza per sottolineare un significato particolare:

  • il rosso simboleggia passione e amore, e anche una natura fortemente mascolina;
  • il nero invece è simbolo di successo, ottenuto contro il dolore e le avversità, sia personali che di gruppo;
  • anche il blu è un colore tradizionalmente mascolino, che rappresenta la riproduzione e la potenza sessuale;
  • le carpe Yin e Yang:rappresentano l’equilibrio e devono essere ovviamente riprodotte a coppie;
  • il fiore di loto:la carpa può essere rappresentata anche coi fiori di loto o con i colori di questi fiori. Rappresenta sforzo e lotta, determinazione e successo inevitabile.

Molto spesso, nella realizzazione dei tatuaggi giapponesi tradizionali, intorno alla figura di un drago vengono rappresentate le nuvole in cui si trasforma il suo soffio di acqua o di fuoco, in forma di spirale o dall’aspetto che ricorda un particolare fungo, il Ling Zhi, anche detto fungo dei saggi o fungo della longevità, nel qual caso le nuvole simboleggiano la giovinezza eterna. Molti sono i significati associati all’immagine delle nuvole nei tatuaggi della tradizione giapponese. Secondo una prima interpretazione, esse rappresentano i cosiddetti go dai, i cinque elementi o cinque forze del cosmo, ovvero l’acqua, che rappresenta le cose liquide, la terra, simbolo delle cose solide, l’aria, che rappresenta le cose mobili, il fuoco, che simboleggia le cose distrutte, e il vuoto, che rappresenta ciò che non fa parte della vita quotidiana.

Per un’altra tradizione, le nuvole sono simbolo della leggerezza, essendo qualcosa di quasi inconsistente e privo di forma. Secondo un’altra interpretazione ancora, le nuvole, che fanno parte del ciclo dell’acqua, simboleggiano il movimento e, di conseguenza, anche il mutamento, da intendersi non soltanto riguardo ai cambiamenti fisici, materiali, ma anche come l’evolversi e l’alternarsi degli eventi e delle esigenze.

Gli Oni sono degli spiriti maligni, rappresentati con le corna come il nostro satana, mostruosi nell’aspetto e con la pelle blu o rossa, e sono molto popolari nella cultura nipponica e costituiscono un soggetto molto apprezzato per i tatuaggi giapponesi tradizionali. Ad essi appartengono anche divinità come quella del vento e quella del fulmine, vivono in genere in gruppo ed è loro attribuita la responsabilità delle mestizie della vita dell’uomo.

Vengono in genere scelti come soggetto per il tatuaggio innanzitutto come rito per tenerli lontani, per proteggersi dai loro malefici, ma anche per la loro forte carica estetica. Il volto degli Oni, se realizzato su una superficie abbastanza grande, può essere così ricco di dettagli e sfumature da diventare una vera e propria opera d’arte.

Il Samurai è una figura importantissima nella cultura giapponese, molto amata anche nel resto del mondo per le qualità, soprattutto morali, che incarna. E’ un guerriero del Giappone feudale, il cui nome (che deriva dal verbo saburau, che significa servire), è indicativo del suo compito principale, ovvero servire e proteggere il proprio signore fino all’estremo sacrificio.

I samurai costituivano una casta colta, che, oltre a praticare le arti marziali, aveva fatto proprio il rigoroso codice d’onore definito Bushido (la via del guerriero), un nucleo di principi morali e di comportamento di ispirazione zen, che imponeva rettitudine, coraggio, benevolenza, rispetto, fiducia, onore e fedeltà fino alla morte. Per questa ragione, il samurai incarna un ideale di fedeltà, onore e disciplina che non ha eguali nel resto del mondo, e sono questi i significati che chi sceglie un samurai come soggetto per un tatuaggio giapponese vuole trasmettere.

Il fiore di loto è uno dei soggetti più diffusi ed amati nella tradizione orientale, sia indiana che nipponica. Nel Buddhismo è associato alla purezza, al risveglio spirituale e alla fedeltà. È considerato un fiore puro in quanto è in grado di nascere perfettamente pulito dalle acque torbide e melmose. Pertanto, in comune con la mitologia egizia, il fiore di loto è associato alla rinascita, ma anche alla purezza. Lo sbocciare al mattino, inoltre, simboleggia l’illuminazione spirituale.

A seconda del colore, il loto può assumere diversi significati nei tatuaggi giapponesi: blu è associato all’intelligenza, alla saggezza e alla conoscenza, bianco all’illuminazione e ad uno stato di purezza mentale e perfezione spirituale, viola al misticismo e all’esoterismo, rosa è il loto supremo ed è considerato il vero loto del Buddha, rosso infine è legato al cuore, all’amore e alla compassione. Inoltre, il fiore di loto è associato alla bellezza, alla fertilità ed alla prosperità. Nella tradizione dei tatuaggi giapponesi il loto non viene mai raffigurato insieme ad altri fiori, ma spessissimo viene associato alla carpa koi, come segno di buon auspicio.

Un altro tema molto caro alla tradizione dei tatuaggio giapponesi è la maschera Hannya. Mutuata dal teatro kabuki, rappresenta una donna bellissima, Hannya appunto, che, accecata dalla gelosia e dalla rabbia per un amore non corrisposto, si è trasformata in demone.

Nell’iconografia classica dei tatuaggi giapponesi è rappresentata con una grande testa munita di corna, gli occhi spalancati e la bocca aperta. Come spesso accade nella tradizione nipponica, tatuarsi una maschera Hannya non implica un significato malevolo; al contrario, si dice che scegliere questo tema serva ad allontanare gli spiriti maligni e a portare fortuna.