Tatuaggi polinesiani
La storia dei tatuaggi polinesiani
“Decorano i loro corpi con piccole incisioni, o pungendo la pelle con piccoli strumenti fatti di ossa e denti di animale. Le incisioni vengono colmate con una mistura blu scura o nera ottenuta dal carbone di una pianta oleosa. Questa operazione, chiamata dagli indigeni tattaw, lascia un segno indelebile sulla pelle. Generalmente viene applicata ai bambini dai dieci anni in su in diverse parti del corpo”.
Così scriveva il capitano James Cook nel suo diario, di ritorno dai viaggi che lo avevano portato a navigare in lungo e in largo nell’Oceano Pacifico, e la sua breve descrizione introdusse per la prima volta il termine tattaw da cui sarebbe derivata la parola tattoo, “tatuaggio,” in italiano.
La Polinesia è una delle regioni in cui viene tradizionalmente divisa
l’Oceania, ed è compresa all’incirca in un triangolo tra la Nuova Zelanda, l’Isola di Pasqua e le isole Hawaii.
La storia dei tatuaggi polinesiani
Come è facile comprendere, la tradizione dei tatuaggi polinesiani ha molti punti in comune con le altre culture tribali dell’Oceania, e condivide in particolare con quella Maoril’aspetto stilizzato ed astratto dei disegni, tra i quali i più diffusi erano le forme geometriche, le curve, i cerchi concentrici, le spirali, linee rette e punti, il sole e le stelle.
Ma anche quelli che rappresentavano spaccati di vita sociale come i combattimenti, le armi, le conquiste, i sacrifici umani o gli uccelli, i pesci e gli animali in genere. A differenza però di altre popolazioni dell’Oceania, che ricorrevano all’incisione del viso e del corpo con conchiglie o pietre affilate senza far uso di colore, la tecnica per la realizzazione dei tatuaggi polinesiani adoperata dalle tribù comportava la realizzazione di tatuaggi molto più artistici, incidendo vari disegni sulla cute del viso e del corpo con finissime punte d’osso, sulle cui ferite versavano polvere di carbone di legna sciolta nell’acqua o del pigmento di natura vegetale ottenuto perlopiù bruciando i frutti dell’albero ti’a’iri e mescolandoli poi con olio o acqua per ottenere un liquido omogeneo.
In questo modo la traccia dei “ricami” rimaneva colorata a seconda delle sostanze usate, e il disegno inciso diventava indelebile. Gli artisti dei tatuaggi polinesiani venivano chiamati Tahu’a tatau, e venivano considerati al pari di uno stregone, tramandandosi l’arte di padre in figlio.
Teoria della migrazione della Polinesia Polinesi
Naturalmente per comprendere il significato dei simboli delle diverse culture che si sono sviluppate nella Polinesia, è necessario conoscere le varie mitologie, le diverse organizzazioni sociali e gli stili di vita che evoluti nel corso del tempo.
Va detto anche che la Polinesia comprende molte isole e arcipelaghi (Hawai’i, le isole Cook, Tonga, Samoa, Marquesas, Nuova Zelanda, Tahiti, Bora Bora, ecc…).
Circa 30 isole o gruppi di isole distanti tra loro che nel tempo si sono differenziate nell’Arte e nel Linguaggio, avendo comunque una radice comune che si è diversificata dal Proto-polinesiano.
Circa 5000 anni fa iniziò una migrazione dall’Asia verso il Pacifico popolandole fino all’Isola di Pasqua, che è la più distante.
Tra mito e leggenda
Molte sono le leggende e i miti sulla creazione dell’universo, e molte le Divinità e le differenze da un arcipelago all’altro. Ad esempio, nella religione dei Maori, Ta’aroa (l’intimo dell’essere interiore) rappresenta l’essere supremo, il capostipite di tutte le divinità, il padrone dell’universo ed il suo nome può essere solo sussurrato. Dalla sua unione con Feii-Feii- Maiterai, derivano la notte ed il crepuscolo, la luce del giorno (entità maschile, Rangi) e la terra (entità femminile, Papa).
In seguito regnarono le tenebre perché Rangi, il Cielo, era strettamente unito a Papa, la Terra. I figli, sebbene fossero divenuti molto numerosi, non conoscevano la differenza tra luce e tenebre poiché erano rimasti nascosti nel seno dei propri genitori.
Tane (Kane alle Hawai’i) dio delle foreste e degli insetti, Tangaroa dio dei pesci e dei rettili, Tu (Ku alle Hawai’i) colui che è instabile dio della distruzione e della guerra, Rongo (Lono alle Hawai’i) dio della pace e delle piante coltivate,Haumia dio delle piante selvatiche,Tawhiri dio dei venti.
Decisero quindi di separare i loro genitori per far sì che la luce illumini il mondo, Tawhiri era contrario ma i suoi fratelli vollero lo stesso portare a termine il loro piano alla fine solo Tane riuscì ma avendo le braccia troppo corte appogiò la testa su Madre Terra e spinse il Padre con i piedi, Tawhiri si unì al Padre Ranginui e scagliò i suoi discendenti i quattro grandi venti, nuvole di ogni tipo, e uragani contro Tane.
I Fratelli di Tawhiri e i loro discendenti rimasero terrificati,i pesci discendenti di Tangaroa si tuffarono nell’oceano ma i rettili trovarono rifugio nelle foreste del dio Tane, Rongo e Haumia si nascosero in Madre Terra, Tu resistette alla collera di Tawhiri e alla fine lo sconfisse.
I Maori dicono che la rugiada è il pianto di Rangi per la perduta Papa e la nebbia il lamento di papa per Rangi.
Nello Sciamanesimo il mondo naturale è sacro e popolato da esseri e forze visibili e invisibili, tutti gli elementi, compreso l’uomo, sono fratelli e quindi possono essere invocati in aiuto.
Tutto è pervaso da una forza spirituale (Mana).
Un’altra leggenda narra che Tane creò il primo essere umano (Tiki) con l’argilla, creò l’uomo e la donna (Io-vahine) entrambi furono creati nella terra mitica Hawaiki.
Il Tiki rappresenta il primo uomo divinizzato progenitore di tutti i polinesiani che guidò il proprio popolo durante le migrazioni nelle isole della polinesia
I tatuaggi polinesiani non finiscono mai…
Di solito i modelli dei tatuaggi polinesiani venivano costruiti in modo da essere iniziati con il passaggio all’età adulta e ampliati successivamente, dopo un matrimonio, un figlio o un’impresa valorosa: un tatuaggio, in pratica, non si concludeva mai. I Polinesiani utilizzavano il tatuaggio come segno distintivo, per esprimere la propria identità e personalità. I tatuaggi polinesiani infatti indicavano lo status sociale, lo status maritale, la maturità sessuale raggiunta, oppure la famiglia di appartenenza e più in generale il ruolo rivestito all’interno della società.
I motivi prevalenti possono essere classificati in quattro categorie, quelli destinati agli “dei”, agli stregoni, al re e ai suoi discendenti; i tatuaggi per i capi, uomini e donne; quelli per i guerrieri, gli artisti, i navigatori e, infine, quelli per il popolo, le persone senza origini nobili.
Generalmente comunque i tatuaggi polinesiani comprendono una serie di disegni stilizzati e piuttosto complessi, con un grande uso di importanti campiture nere, insieme a simboli dei cosiddetti “animali polinesiani”, ciascuno dei quali racchiude in sé valori e significati molto profondi.